mercoledì, agosto 31, 2011

UN LIBRO PER L’ESTATE


Ricordo i bei vecchi tempi, quando la gente non aveva ancora un computer a testa, Internet non esisteva o se esisteva era roba per pochissimi e Google e Zuckerberg non erano ancora nati. Ecco, a quell’epoca io ero un divoratore di libri. Libri, esatto, quei blocchetti di fogli scritti più o meno fittamente in cui qualcuno ha scritto tante cose, belle ma anche no. Poi è arrivato tutto ciò di cui sopra e addio libri. Giusto cinque-sei l’anno, tanto per tenere viva la competenza della lettura, imparata alla Scuola Elementare Giuseppe Lauricella di Agrigento verso la fine degli anni 60 del Novecento. Roba da secolo scorso.

Ebbene, però quest’estate la ricorderò come quella del revival libresco. Sono passati sotto i miei occhi miopi parecchi volumi, la maggior parte belli. Eccoli.

¨ Enrico Brizzi – La nostra storia – Baldini Castoldi Dalai. Brizzi è diventato davvero bravo. Del resto, sin dai tempi di Jack Frusciante si era capito che ci sapeva fare. Qui ha scritto un romanzo storico (inventato, visto che l’Italia del Duce qui non si allea con la Germania del Führer e vince il secondo conflitto mondiale, ahahahhh…) su un ragazzo e la sua famiglia e le loro peripezie in tempo di guerra. Forse un po’ troppo lungo e minuzioso. Voto 7.

¨ Stefano Benni – La grammatica di Dio – Feltrinelli. Questo l’ho riletto a distanza di qualche anno. Sono storielline di personaggi spesso improbabili. Benni è il mio autore preferito, quindi non sono imparziale, ma nonno Leonnino è veramente un mito. Voto 8 +.

¨ Diane Setterfield – La tredicesima storia – Mondadori. Sin dai tempi dell’università avevo deciso che non avrei più letto libri di autrici inglesi, tipo Emily Brönte e compagnia bella. Mi annoiavano troppo. Ecco, devo estendere il diktat alle autrici inglesi contemporanee. Non che non siano brave, intendiamoci, però che cavolo! Sarà che non sopporto le atmosfere nebbiose della campagna inglese, fatto sta che portare a termine questo libro non è stato semplice. E sì che non è affatto male. Voto 6.

¨ Vacanze matte – Einaudi. I Kwimper, ovvero i Simpson prima che venissero creati (cit.). Questo è romanzo comico, davvero comico, in cui un’improbabile famiglia, persa in una landa americana, ricrea robinsonianamente il proprio habitat in riva a un fiume. Dovranno combattere, oltre che contro le asperità della vita, anche contro degli odiosi burocrati e una cosca di manigoldi, uscendone sempre vincitori. Il capitolo dell’udienza in tribunale (ma non solo quello) è assolutamente irresistibile. Voto 9.

¨ Niccolò Ammaniti – Che la festa cominci – Ed. scrausa, tipo club del libro. La storia di questo libro spazia dal possibile al probabile all’impensabile. Ruota tutto attorno a una festa e, sostanzialmente, a due personaggi: uno scrittore di successo e un picciotto sfigato, membro di un’improbabile setta satanica. Però è scritto bene, fa ridere e a me è piaciuto. Ammaniti è bravo. Voto 7 +.

¨ Vittorio Bongiorno – Il Duka in Sicilia – Einaudi. Duke Ellington, lui in persona, is supposed che vada alla festa di San Calogero in un paesino siciliano nell’estate del 1970. Ma ci andrà davvero? Incursione nella storia di una famiglia, con sciarra tra fratelli, di un paese, di una comunità di uomini e donne. V’è qualche involontario, veniale falso storico (l’istituzione dell’elezione diretta del sindaco e del servizio civile nazionale sono posteriori al 1970) dovuto a entusiasmo e che si può certamente perdonare. Voto 7 ½.

¨ Michela Murgia – Ave Mary – Einaudi. Questo è un interessante saggio sulla figura di Maria, la Madonna – paradigma della donna in generale – e su come la Chiesa nei secoli ne ha trattato la figura e il ruolo. Di Maria e della donna. Molto interessante Voto 7.

¨ Brendan O’Carroll – Birra e cazzotti – Neri Pozza. Anthony Sparrow McCabe, ovvero se il cazzotto lo devi dare, dallo! A me gli scrittori irlandesi piacciono assai e questo qua non fa eccezione. Tra l’altro è l’autore di Agnes Browne mamma, libro che ho amato. Voto 8.

¨ Arto Paasilinna – L’allegra Apocalisse – Iperborea. Una simpatica comunità silvestre nasce dal lascito del vecchio comunista “bruciachiese” Asser Toropainen, il quale in punto di morte lascia una donazione per la costruzione di… una chiesa. In un ambiente a noi totalmente estraneo – foreste alpine, tempeste di neve, laghi ghiacciati – la Fondazione funeraria Asser Toropainen, guidata da Eemeli, nipote dell’estinto, dà vita a una fiorente comunità. Attorno a loro, invece, il mondo va totalmente a scatafascio. Il libro è bello, divertente e anche utile soprattutto per chi vuole, ad esempio, imparare a costruire un capanno di tronchi di betulla o fare un’operazione a cuore aperto a un orso cardiopatico. Voto: 8.

¨ John R. Lansdale – Rumble Tumble – Einaudi. Un bel casino, questa è più o meno la traduzione del titolo di questo simpatico romanzo americano. Due improbabili detective hanno il compito di liberare una ragazza da una banda di lestofanti che la fa prostituire. La storia si svolge nella zona di confine tra gli USA e il Messico. Ogni tanto sfocia nel grand guignol ma fa anche ridere e si fa leggere. Voto 8.

¨ John Fante – Il mio cane Stupido – Einaudi. In realtà il libro si intitola A ovest di Roma e comprende, oltre al romanzo citato, anche il racconto L’orgia, che però ho trovato molto squallido, pertanto non ne parlerò. Il mio cane Stupido, invece è uno scavo profondo nella personalità di uno scrittore americano di origini italiane, nel momento peggiore della sua vita: crisi di ispirazione, problemi economici, crisi familiare. Proprio in quel momento arriva Stupido. Voto 9.

¨ Francesca Comencini – Famiglie – Fandango. Ecco, dei personaggi di questo libro, il più tranquillo è disperato. Madri senza mariti, figli senza padri, figli adottati ma disadattati e camurrie varie. C’è pure una setta religiosa. Forse un libro un po’ pesante, cose giuste. Epperò è il classico libro che vuoi sapere come va a finire, quindi si fa leggere fino alla fine. E questo è un merito sia del libro che anche, ovviamente, dell’autrice. Voto 6 +.

Sì, forse sono stato un po’ largo di voti ma che ci posso fare, sono un generoso. Per adesso sto leggendo La fine, il libro di un certo Salvatore Scibona, che a dispetto del nome italiano, anzi siciliano, è americano (ma le origini sono nostre, of course). Nell’attesa di tornare ad Agrigento (dalla villeggiatura senza ADSL) e rimettermi davanti al computer.

A proposito, se volete leggere uno di questi libri, promettetemi di restituirmelo e ve lo posso anche prestare, ok?