Sì alle classi ghett… ups… ponte. Sì alle classi ponte. Lo dice Silvio Berlusconi, e chi se no?, difendendo la proposta della Lega di ammucchiare in classi differenziali gli alunni extracomunitari. Il governo, come sempre per il bene della nazione, ha varato questa proposta secondo la quale, per favorire l’inserimento e l’integrazione degli alunni stranieri, è meglio metterli in classi speciali in cui possano intanto imparare l’italiano. Poi si vedrà. Io ho sempre saputo che per meglio imparare la lingua di un popolo si deve stare il più possibile a contatto di quel popolo, soprattutto per quel che riguarda le abitudini linguistiche. E invece pare non sia vero: i ragazzini

Naturalmente questo è un intervento di carattere squisitamente scientifico che non sfiora la cosa dal punto di vista politico. E del resto non era loro compito farlo. Il punto di vista politico è lasciato alla riflessione di ognuno di noi, a seconda della propria sensibilità, politica, umana, etc… Ovviamente, io che non credo né nella preparazione in campo linguistico e pedagogico del leghista Cota e compagnia cantante, né nella loro buona fede, stronco dal canto mio questa proposta definendola razzista, oltre che priva di fondamento scientifico. L’idea base è quella di creare classi ghetto, che tengano separati i nostri figli dai figli di nessuno. È il ritorno dell’apartheid in quest’Italia fascista che giorno per giorno dimentica anche i valori fondanti della sua Costituzione.
Ho solo una domanda: se in una scuola arriva un bambino americano, fai conto il figlio di un funzionario dell’ambasciata, in quanto extracomunitario verrà messo coi piccoli tunisini, pakistani e peruviani oppure guarda caso per lui scatterà la famosa legge non scritta secondo la quale per imparare bene la lingua di un popolo è meglio stare a contatto di quel popolo?
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