Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri cara Dichiarazione, tanti auguri a te.
60 anni, eh? Sembra ieri e già son passati 60 anni. La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, detta amichevolmente Dudu. Ne hai fatte di cose, in questi 60 anni, vero? Anzi, la posso dire una cosa? Ne abbiamo fatte di cose, tu e quelli che in te abbiam creduto e crediamo ancora. Tanti passi avanti sono stati fatti e tanti, so

Tanti auguri, allora. Intanto da parte mia; poi anche da parte dei miei amici attivisti di Amnesty International di Girgenti – sabato e domenica saremo per le strade a chiedere firme. Ma auguri anche da altri attivisti di Amnesty, quelli per i quali non è così semplice mettersi in strada con un banchetto a raccogliere firme; quelli che vengono catturati di notte e portati in carcere, magari perché hanno scritto delle e-mail di denuncia delle lesioni dei diritti umani nei loro paesi. E tanti, tanti auguri di speranza da parte di coloro che ogni giorno sono discriminati per motivi di razza, di religione, di genere e di identità.
Auguri da parte delle donne, quelle violentate nei conflitti di tutto il mondo, specialmente in quelli dimenticati, ma anche da quelle che nell’opulento occidente vengono maltrattate, specialmente all’interno delle proprie famiglie (dicono che in Italia la violenza intrafamiliare ogni anno fa più morti della criminalità organizzata).
Auguri da parte dei bambini: i meninhos da rua del Brasile, braccati dalla polizia del paese perché ritenuti nocivi per il commercio; i bambini soldato – trecentomila in tutto il mondo – ingaggiati per uccidere altri uomini o altri bambini come loro; le bambine di Bangkok, di Cuba, del Brasile, giovanissime prostitute alla mercè di turisti senza scrupoli; i bambini lavoratori di tutto il mondo, quelli che cuciono palloni a 1 dollaro al giorno affinché i loro coetanei europei e americani possano fare i fenomeni, ma anche quelli che tessono tappeti, che lustrano scarpe o che vanno in miniera.
Auguri da parte dei condannati a morte, i dead men walking di tutto il mondo che ogni giorno compiono l’ultimo tragitto verso la morte. Auguri da parte di coloro che, invece, vengono torturati e in vari modi: dai semplici calci e pugni, al digiuno forzato, al waterboarding – una graziosa “lavata di capo” –, fino all’elettroshock e alle torture psicologiche.
Tanti cari auguri da parte dei rifugiati politici. Quelli che fuggono dai loro paesi poveri, anzi impoveriti, dove ci sono guerre, persecuzioni, conflitti etnici e

Auguri da parte dei gay di tutto il mondo, da quelli che vengono impiccati a quelli che vengono torturati, incarcerati, maltrattati, multati, frustati o semplicemente discriminati in tutto tutto tutto il mondo.
Auguri da parte di tutti noi, cara Dudu, e buona strada. Che è ancora tanta.
2 commenti:
'sgraziato
Mercoledì, 7 dicembre, circa 200 alunni del biennio della mia scuola, il "Liceo Politi", hanno celebrato insieme a me l'anniversario della proclamazione della DUDU. Ti saresti commosso anche tu vedendo la loro attenzione e partecipazione alle tematiche che abbiamo affrontato.
E' in questi momenti che sono orgogliosa di essere un'insegnante, è in questi momenti che vedo un mondo diverso.
Sabrina
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