martedì, aprile 14, 2009

INAUGURAZIONI


Stavo per partire per le vacanze pasquali, allorquando vengo fermato da una notizia sulla quale intendo soffermarmi assolutamente. A poche settimane dal crollo di una parte di Via Giovanni XXIII, il Comune di Girgenti inaugura l’apertura dei lavori per il ripristino della stessa. I fatti: un paio di mesi fa, a causa delle numerose, insolite piogge di quest’inverno, una parte di Via Giovanni XXIII – il pezzo terminale, quello giusto sopra Villa Cavetta – cede. La corsia di marcia viene dimezzata, l’area transennata, e, come sempre accade a Girgenti, lasciata a se stessa. Intanto continua a piovere e, dopo un mesetto circa dal primo intervento – ossia il transennamento –, la mattina seguente una nottata di belle piogge, il costone scunocchia e va a finire nella zona sottostante (foto), seppellendo due automobili ma, fortunatamente, nessuna persona. Grazie a dio la villetta era chiusa, non perché era presto ma soltanto perché a Girgenti le villette comunali normalmente sono chiuse, per cui non c’erano nonni con nipotini, studenti in vacanza arbitraria, coppiette, etc... Se si fosse intervenuto prima magari si sarebbe potuto evitare lo sfacelo che poi c’è stato.
A distanza di meno di un mese, quasi fosse una cosa che ha del miracoloso – tipo il sangue di San Gennaro –, viene dato l’annuncio dell’inizio dei lavori di recupero. ‘Sti cazzi, direbbero a Roma, ma siccome qui non siamo a Roma né in qualunque altra città normale d’Italia, l’annuncio viene preso come qualcosa di formidabile, anche perché così viene dato. E va bene anche questo. Ma la cosa che davvero fa morire dal ridere è che si è fatta una vera e propria inaugurazione. Questo fa schiantare. Sindaco, una manciata di assessori, un assessore regionale, qualche alto funzionario di qualche ufficio importante si recano nel posto del disastro a celebrare l’inizio dei lavori. Ora, in una città normale, insisto, questo non glielo avrebbero fatto fare. Quando io racconto queste cose agli amici di fuori, loro mi chiedono se scherzo o se dico la verità. E io provo vergogna nel dire che è la verità.
Questa inaugurazione mi ha fatto venire in mente, oltre alla cerimonia di presentazione del plastico dell’aeroporto – che poi non si fece (l’aeroporto non il plastico) –, a quella suggestiva riapertura del viadotto Rocca Daniele, avvenuta qualche mese fa. A causa di un crollo che interessò una parte (si trattava di pochi metri) dell’omonimo viadotto, per circa un anno il traffico sulla famosa 640 Agrigento-Caltanissetta fu deviato. L’automobilista doveva uscire allo svincolo precedente il viadotto, entrare nell’abitato di Favara e dopo un tragitto di qualche chilometro più lungo del normale, usciva nuovamente sullo stradone. I lavori di ripristino durarono meno di un mese ma il disbrigo delle pratiche quasi un anno. Alla fine, il solito gruppetto di autorità – alcune delle quali con fasce tricolori – si ritrovò sul luogo per inaugurare il tratto di strada riaperto. Questa volta stapparono bottiglie. Cosa cazzo (ops…!) c’era da brindare?
Allora, visto che ogni occasione è buona per fare caciara (oggi ce l’ho col romanesco), io propongo l’istituzione dell’Assessorato alle Inaugurazioni. Fai conto che in questa città oggidomani avviene una cosa straordinaria, di quelle che non avvengono in nessuna parte del mondo – la riparazione di un lampione, un decespugliamento, l’Akragas vince una partita – sai che devi festeggiare, no? Oppure si apre una casa di riposo o un asilo. Allora, invece di far scapicollare l’Assessore al Verde Pubblico o quello allo Sport o quello alle Politiche Sociali o ai Lavori Pubblici – che sicuramente hanno un sacco di cose da fare e poi a loro queste manfrine davanti alle telecamere non piacciono mica –, interviene l’Assessore alle Inaugurazioni, Festeggiamenti e Cerimonie e ti porta avanti la tua bella festicciola. Si fa un discorsetto iniziale, magari si taglia un nastro poi si stappa una bottiglia, si fa una bicchierata, due pasticcini e si va via perché magari dopo un’ora c’è un’altra cosa da inaugurare. Molto semplice, no? L’Assessore deve essere uno di quelli foto/telegenici, che sappia parlare ma non troppo bene (il congiuntivo è un lusso che non possiamo permetterci), che sorrida sempre, che abbia voglia di apparire in pubblico e soprattutto che abbia leccato i culi giusti. Dai, non ci vuole molto a dire una frase tipo: “Ringraziamo l’Assessore Vattelappesca per l’attaccamento che ha dimostrato per la città e per avere fortemente voluto quest’opera. Peccato che non c’è, se c’era la vedeva”. Andiamo, non ci vuole un genio per una cosa del genere. E poi al Comune non costerebbe niente. Qui sta la genialità dell’operazione. Tutto il costo delle inaugurazioni se lo sobbarcano gli sponsor. Anche perché in questo modo, durante la cerimonia mi puoi anche fare la degustazione del prodotto tipico, la presentazione della nuova automobile, la mostra del corredo. Mi puoi fare il rinfreschino, vivaddio. E l’Assessore, naturalmente – e anche questo è uno dei suoi compiti – deve ricordare e ringraziare gli sponsor: “Ringrazio il Presidente Tizio e il Supermercato Al Risparmio, che hanno permesso che oggi eravamo qui”. Oppure: “Vi porto il saluto del Sindaco, a voi, cari concittadini e agli amici della Pasticceria fratelli Caio, che se non c’erano loro questa cosa non si faceva”.
A Girgenti, ormai, l’Assessorato alle Inaugurazioni è una necessità.

1 commento:

carletta ha detto...

Non dimenticherei l'inaugurazione della fontanella di Bonamorone di cui già hai avuto modo di parlare... Dio, quanto mi manca Piazza!