lunedì, aprile 18, 2011

LA DIGNITÀ

Non è semplice dare una definizione del concetto di dignità. La troviamo nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, quasi come binomio inscindibile con i diritti stessi. È una di quelle definizioni che in qualche modo sfuggono alla possibilità di essere codificate con chiarezza tale da non lasciare adito a errori di valutazioni, equivoci o fraintendimenti. Come i concetti di cultura, pace, solidarietà, legalità; sempre sulla bocca di tutti – spesso a sproposito – ma difficili da definire. La dignità dell’uomo, anzi dell’essere umano, va di pari passo con i diritti di cui deve essere depositario. La prima c’è dove ci sono i secondi e questi la nutrono, la sostanziano, le danno vita. «L’essenza, il cuore della dottrina dei diritti umani è il concetto di dignità della persona. Rispettare quei diritti significa tutelare la dignità di ogni essere umano.» (Antonio Cassese)

Per noi la dignità è strettamente legata alla realizzazione, al pieno soddisfacimento dei nostri diritti:

  • Quando abbiamo un lavoro ben retribuito, con le dovute tutele e garanzie, allora pensiamo che la nostra dignità sia pienamente realizzata; quando riusciamo a garantire ai nostri figli la possibilità di andare a scuola, studiare, cercare e trovare un lavoro, pensiamo che siamo riusciti a garantire loro un avvenire dignitoso;
  • se abbiamo una bella casa, comoda, con spazi vitali adeguati, luce, acqua e servizi igienici, allora siam contenti di poter dire che la nostra è una casa dignitosa;
  • se possiamo tranquillamente spostarci dalla nostra terra per andare a lavorare all’estero o semplicemente per turismo senza essere braccati da nessuno come fossimo ricercati, allora ci beiamo della nostra dignità di cittadini del mondo;
  • se possiamo partecipare alla vita della nostra comunità, promuovendo o prendendo parte a riunioni e manifestazioni; se abbiamo la possibilità di partecipare – o addirittura fondare – gruppi, associazioni, sindacati, partiti, etc…, allora pensiamo che i nostri diritti politici sono soddisfatti in pienezza e dignità.

Universalità della dignità

La dignità è un concetto universale. Va bene per coloro che come noi vivono nell’occidente opulento e industrializzato ma vale, deve valere, per coloro che vivono nei vari sud del mondo. In che modo la dignità è universale o, se non lo è, deve essere universalizzata?

C’è una celebre frase tratta dal Vangelo di Matteo: “Ama il prossimo tuo come te stesso”. È una frase che sta molto a cuore ai cristiani, che in essa ravvisano l’essenza del vivere secondo gli insegnamenti di Gesù Cristo. Ma è una frase ben nota anche a chi cristiano non è, giacché si può tranquillamente declinare anche in chiave laica. Sostituiamo il verbo amare con il verbo considerare, ad esempio: “considera il prossimo tuo come te stesso”. “Chiedi per il tuo prossimo ciò che tu vuoi per te e per i tuoi figli”. Non cose materiali ma diritti. Chiedi per il tuo prossimo, per chicchessia, cioè, il pieno soddisfacimento dei diritti e delle libertà individuali sanciti dalla D.U.D.U., sicché ne goda esattamente come ne godi tu.

Torniamo agli esempi citati sopra.

  • Quando si è disoccupati o si ha un lavoro precario o si lavora dodici ore al giorno per una paga da fame e senza tutele, la dignità dell’essere umano è pienamente realizzata? Quando non si riesce neanche ad assicurare un pezzo di pane ai propri figli, figuriamoci mandarli a scuola o a fare i corsi di lingua all’estero; o quando i figli sono costretti ad andare a lavorare per sostenere la famiglia, come accade in tante parte del mondo, il futuro dei nostri figli si prospetta come dignitoso?
  • Quando si vive in un insediamento abitativo precario, in una casa che è poco più di una capanna, senza luce e acqua, con scarso accesso ai servizi igienici e un alto livello di criminalità, al punto che per una donna anche andare a prendere un secchio d’acqua può essere occasione di violenza, davvero si può dire di vivere in maniera dignitosa?
  • Se non possiamo spostarci all’interno del nostro Paese o uscire fuori da esso per cercare migliori condizioni di vita, perché saremmo bollati come clandestini già al nostro arrivo o saremmo vittime di sfruttamento o di razzismo, allora possiamo bearci di godere della dignità di cittadini del mondo?
  • Se non possiamo partecipare alla vita della nostra comunità, perché prendendo parte a riunioni o manifestazioni si rischia di essere presi e portati in un carcere; se non si ha la possibilità di appartenere a gruppi, associazioni, sindacati, partiti, e quindi di esprimere in libertà le proprie opinioni, possiamo pensare che i nostri diritti politici siano soddisfatti in pienezza e dignità?

Immaginiamo di non godere di queste condizioni. Ci sentiremmo perduti. Eppure questo è quello che accade in molte parte del mondo in questo preciso istante. La dignità, quindi, e i diritti umani, devono essere garantiti a tutti e nessuno ne deve essere escluso. Abbiamo tutti gli stessi diritti e la stessa dignità per il solo fatto di essere nati, come dice la D.U.D.U.

Pertanto, anche chi “non lo merita” ha il diritto di godere della dignità che spetta a tutti gli esseri umani. La dignità non si merita, la dignità appartiene per diritto a tutti. Chi ha ucciso un altro uomo, chi ha rubato, stuprato, usato violenza, truffato merita di essere giudicato dalle leggi del suo Stato. Ma non merita – mai e poi mai – di essere messo a morte o torturato. Amnesty International è contro la pena di morte, la tortura, i trattamenti disumani e degradanti perchè li considera lesivi per la dignità della persona. Anche chi, con i suoi comportamenti si è messo al di fuori della società civile per averne calpestato regole fondamentali di convivenza, deve essere rispettato nella sua dignità di essere umano.

Farsi aguzzino di chi ha trasgredito pesantemente le leggi, rende colpevoli alla stessa stregua, rende oppressore. “L'oppressore deve essere liberato così come l'oppresso. Un uomo che sottrae ad un altro la sua libertà è prigioniero dell'odio, è serrato dietro le sbarre del pregiudizio e della pochezza mentale. Sia l'oppresso che l'oppressore sono privati della loro umanità”. (Nelson Mandela)

Nessun commento: