Tempo fa un amico mi disse che comunque io la pensi,
Berlusconi (foto) è stato uno statista. Ovviamente sapeva che la penso diversamente.
Bene, potrei dare per buona questa affermazione che,
peraltro, mi pare bislacca ma ho voglia di capire quantomeno cosa si intende
per “statista”. Normalmente quando sento il termine, mi viene in mente un
personaggio di grande spessore: politico – va da sé –, umano, culturale,
morale. Mi pare comunque uno di quei termini un po’ vaghi, nebulosi, di quelli
che ognuno – come il mio amico – può intendere come gli pare e in cui ci si può
infilare quello che si vuole.
Giolitti è stato, indiscusso, uno statista, come anche
Sturzo e De Gasperi; qualcuno vede in Mussolini uno statista, lo riporto sottovoce
e con qualche conato; Gramsci credo lo sia stato benché non abbia mai guidato
un governo. La mia generazione ha conosciuto forse gli ultimi statisti
italiani. Il vecchio Andreotti, vuoi o non vuoi (e io non vorrei), è stato uno
statista; Aldo Moro, qualcuno dice anche Craxi, magari quello prima di
Hammamet. Insomma, credo di dimenticarne un pacco. Comunque vada, lo statista è
colui che lascia un’impronta nella politica e ci si augura che sia un’impronta
buona e magari seguibile per le generazioni future.
In definitiva, uno statista sarebbe una persona di cui
si parlerà in futuro e di cui ci si ricorderà per ciò che di buono fece in
vita. Se ne leggeranno i libri, editi da Laterza e rintracciabili in libreria
nell’apposito stand; se ne ricorderanno i discorsi, che diventeranno titoli per
i temi della maturità; se ne citeranno le frasi, su Facebook intendo dire.
Bene, mi chiedo perciò quale libro di Berlusconi
troverò sullo stand della Laterza, sempre che io voglia fare un regalo, magari
al mio amico che lo considera uno statista. Dubito ne abbia mai scritti. Dubito
ne abbia mai letti!
E su quale discorso gli esaminandi faranno esegesi, al
fine di strappare un bell’8 alla commissione d’esame? Mi viene in mente quello
di insediamento dell’Italia al semestre di presidenza UE, il 2 luglio 2003,
quello dei “turisti della democrazia”, quello in cui definì kapò il povero Martin Schulz, reo di
averlo criticato.
E le frasi? Con quali frasi dello statista Silvio
Berlusconi, abbelliremo le nostre bacheche Facebook, così come oggi facciamo
con le massime del Mahatma o di Martin Luther King? Be’, qualcuna in mente mi
viene ma ne citerò una soltanto che credo sia il compendio della vita, politica
– va da sé –, umana, culturale, morale di questo grande statista di cui noi
siamo contemporanei e di cui parleremo ai nostri discendenti: “La patonza deve
girare”.