domenica, febbraio 27, 2011

LA SCUOLA PUBBLICA NON EDUCA, SILVIO SÌ


Cari colleghi, ieri c'è stato un richiamo esplicito del nostro premier (vi spiace tanto se non uso l'aggettivo "beneamato"?) riguardo la scuola. Egli sostiene che non educa e che gli insegnanti trasmetterebbero agli alunni cose contrarie agli insegnamenti dei loro genitori.
Bene, ammetto di aver fatto questa cosa un sacco di volte e… NE SONO CONTENTISSIMO. Cioè, parecchie volte mi è capitato di inculcare in queste povere generazioni improvvidamente a me affidate, valori (vacci piano con le parole!) di rispetto reciproco, dialogo, solidarietà e amore per lo studio e l’impegno quotidiano (oltre a qualche rudimento della lingua inglese, naturalmente.). Sì, effettivamente i loro genitori avevano insegnato loro tutt’altro.
L’anno scorso, ad esempio, due miei alunni – fratello e sorella ma di classi differenti – si sono assentati lo stesso giorno. Il dì seguente si sono ripresentati, per cui ho pensato bene di chiedere, al maschio, come mai il giorno precedente non fossero venuti a scuola. Mi rispose candidamente che la sera prima c’era stata la puntata finale del Grande Fratello, finita molto tardi, e la madre aveva opportunamente pensato di lasciarli a letto a dormire. Ebbene, ammetto di avergli detto che forse sarebbe valsa la pena mandare i deficienti della casa a quel paese e venire a scuola il giorno dopo. Non mi era sembrato convinto, del resto i suoi genitori glielo avevano permesso, no?
Ha ragione Silvio, noi traviamo i giovani.
I genitori (non tutti, effettivamente) fanno tanta fatica per inculcare ai loro figli i sani principi dell’arrivismo, della diffidenza, dell’invidia, della lotta senza quartiere, della discriminazione, del classismo; poi arriva un travet qualunque, travestito da prof e rompe le uova nel paniere della buona educazione.
Loro: Se qualcuno ti prende in giro, tu lo carichi di mazzate.
Noi: Sapete, è necessario che tutti impariamo a discutere e ad abbandonare ogni forma di violenza.
Loro: Stai alla larga dai finocchi.
Noi: Non è concepibile che ancora oggi si discriminino le persone in base al loro orientamento sessuale.
Loro: Non ti preoccupare, te le compro le Nike da 140 euro.
Noi: Ragazzi, ma voi lo sapete che ci sono bambini nel mondo che non vanno a scuola per cucire i palloni della Nike coi quali voi giocherete?
Conosco insegnanti, miei colleghi, che parlano ai ragazzi del consumo critico, in particolare quello dell’acqua. Parlano di diritti umani. Spiegano cosa significa boicottare alcune marche che operano politiche aziendali scellerate. Presentano loro Gandhi e Martin Luther King, e la nonviolenza. E cercano di far capire loro l’importanza di non discriminare nessuno.
Conosco colleghi che inducono i ragazzi a pensare. E questo Silvio, giustamente, non lo sopporta.