giovedì, ottobre 16, 2008

IO SCIOPERO



Esatto. Domani io sciopero, e cu tuttu ‘u cori. L’agitazione, proclamata dai COBAS-Scuola, insieme a CUB e SdL, altre sigle del sindacalismo di base, è stata indetta per cercare di porre un argine alla dilagante prepotenza del governo e della ministra Gelmini in fatto di scuola. E di scuola pubblica. Perché sta proprio lì il problema: è in atto, ma non da adesso, lo smantellamento sistematico e scientifico della scuola pubblica. Capisco che la Gelmini in questa riforma c’entra più o meno quanto c’entriamo io e voi, cioè nulla, ma questo “contenimento della spesa per il pubblico impiego” è destabilizzante per la nostra scuola. Noi pensiamo che la scuola sia un elemento cardine sul quale si deve fondare il presente e soprattutto il futuro di una nazione. E lo Stato deve garantirla e migliorarla sempre più, allo scopo di assicurare a tutti una buona istruzione, soprattutto a chi se la passa peggio. Depotenziando la scuola pubblica si creeranno alunni di serie A – ovvero quelli che potranno avere assicurata un’istruzione in scuole private, dove non ci sono tagli, ma che anzi vengono foraggiate con denaro pubblico – e alunni di serie B – quelli cioè che per pochezza di mezzi dovranno accontentarsi della misera scuola pubblica. Poi ci sarebbero anche gli alunni di serie C: quelli delle scuole pubbliche del Sud.
Per la scuola occorrono investimenti, non tagli. Investire innanzitutto sulle strutture. Molte scuole vengono ospitate in edifici fatiscenti; strutture antiche, senza riscaldamento e con locali ormai vecchi; senza palestre o con locali inidonei adibiti a tale scopo; senza laboratori o aule di informatica o di tecnica. Per non parlare di quelle scuole ospitate in edifici di civile abitazione, per le quali gli enti locali sono costretti a sborsare esosi oneri d’affitto ai legittimi proprietari – uso comune nelle zone del Sud d’Italia – e che ovviamente non posseggono neanche uno dei requisiti di cui necessiterebbero.
Poi bisognerebbe investire negli insegnanti. Qui si vogliono investire “gli” insegnanti. Non soltanto pagandoli di più ma anche formandoli e preparandoli meglio. Brunetta dice che gli insegnanti italiani guadagnano troppo: non ha visto quelli tedeschi o francesi. Ma del resto da nazioni arretrate come la Francia o la Germania, cosa ti aspetti?
In dettaglio: il ritorno al “maestro unico” (e, perché no, anche al libro Cuore), con scomparsa di moduli e tempo pieno, comporterà il taglio di più di 80.000 insegnanti. Questo per la scuola elementare o primaria, come si chiama adesso. Nella scuola media, o secondaria di I grado, ci sarà la riduzione dell’orario settimanale a 29 ore, dalle 30 (fino addirittura a 33) attuali, con “risparmio” di 13-14.000 insegnanti. Si attuerà l’innalzamento del numero di alunni per classe (fino a 30-35 allievi) e si taglieranno le scuole con meno di 600 alunni. Nei piccoli centri, quelli montani per esempio, i ragazzini e le famiglie saranno penalizzati perché costretti a spostarsi nei centri più grossi.
Poi, per non dire della tragicità della situazione che stanno per varare, strombazzano la reintroduzione dell’obbligo del grembiulino e il voto di condotta. Ammazza! Queste sì che sono innovazioni.
Per tutto questo e per molto altro, tipo i tagli agli insegnanti di sostegno o le modalità per il reclutamento dei docenti,

IO SCIOPERO

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