sabato, ottobre 11, 2008

SERGIO COFFERATI


Sergio Cofferati, sindaco di Bologna, decide di non ricandidarsi alla guida del capoluogo emiliano e di abbandonare la politica. Dopo quattro anni passati alla guida di Bologna, il “cinese” dice che vuol tornare a casa, a Genova, dove un figlioletto di pochi mesi, oltre che la sua giovane compagna, lo attende per essere spupazzato. Ogni tanto una bella notizia. Anzi, una notizia bella. Che un politico di successo – marpione anche lui, per carità – decida di allontanarsi dal troiaio nel quale è invischiato, ahò, datemi del pazzo, ma per me è qualcosa davanti alla quale bisogna togliersi tanto di cappello. E perché poi? Per fare il papà.
Niente più consigli comunali, quindi, ma pappe e biberon; basta delibere di giunta, da adesso pannolini scacazzati; stop alle visite ufficiali, da ora in poi a spasso col passeggino. Lo si vedrà al lungomare di Genova col suo fantolino piuttosto che in piazza San Petronio con le sua guardie del corpo. A me pare meglio assai.
A Bologna, come sempre capita in questi casi, ci sarà chi lo rimpiangerà, chi no e chi stapperà bottiglie di champagne. Il primo tappo a saltare probabilmente sarà nella sede di Rifondazione Comunista, per la quale Cofferati è stato il sindaco “sceriffo” e del quale non ha mai condiviso certe prese di posizione. I comunisti inviteranno certo nella loro sede anche i lavavetri, vero problema per la legalità nella città di Bologna. Il cinese condusse una vera e propria crociata contro di loro, rei di “dar fastidio agli automobilisti”. Decise pertanto di sguinzagliare contro di loro i vigili urbani, allo scopo di ristabilire la legalità. Come se quattro straccioni al semaforo possano metterla minimamente in crisi, la legalità. Nel solito vizio di guardare al dito quando questo indica la luna ci cadde anche il buon Cofferati, nonostante le buone intenzioni iniziali.
Ma tant’è! Auguro una bella nuova vita a Sergio Cofferati. All’uomo che all’epoca dei girotondi, per qualche tempo fu indicato come il possibile nuovo leader della sinistra italiana. Fu la promessa, mai mantenuta, di un riscatto della sinistra contro lo strapotere berlusconiano, prima che D’Alema gli facesse le scarpette e lo relegasse al ruolo di sindaco. Gli auguro di imparare tante belle cose dal suo figlioletto, tutte le cose che solo i bambini sanno insegnare. Magari potrà imparare ad avere più fiducia nelle persone; a guardare agli altri, chiunque essi siano, come delle persone; che impari ad abbracciare gli altri, come fanno i piccoli, piuttosto che a respingerli. E lo auguro a tutta la politica italiana, agli uomini e alle donne che per tornaconto personale o per autentica passione, sono impegnati – quando sono impegnati – per il bene comune. Che imparino dai bambini ad accontentarsi di una pallina. E a giocarci insieme agli altri.
Ho detto una stronzata?

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