venerdì, ottobre 10, 2008

Que pasò hoy?



Palermo: Un uomo è stato sorpreso a rubare un’automobile. Chi conosce Palermo sa che non c’è nulla di strano, accade ogni giorno. La stranezza sta nel fatto che il ladro, nella sella del suo scooter, conservava una copia della Divina Commedia. Dice che da quando ha visto Benigni leggerla in tv, non ne può fare a meno, la deve portare sempre con sé e leggerla nei ritagli di tempo. Cioè, fatemi capire, mentre ruba, tra un furto e un altro, lui legge Dante? Che bello, però. Non ci sono più i ladri di una volta. Prima rubava chi non aveva studiato, oggi rubano e nel frattempo studiano. Niente niente questo palermitano qua mi diventa ministro nel giro di due annetti.

Roma: Tremonti s’è incazzato. Me l’hanno fatto incazzare. Dice che qualcuno, a sua insaputa, ha infilato il decreto salvabancarottieri che dovrebbe parare il culo a fior di delinquenti, fai conto Geronzi, Tanzi, Cragnotti. Begli arnesi del capitalismo italiano, gente che ha ridotto sul lastrico diverse decine di migliaia di risparmiatori. Il buon Giulio, perciò, ha deciso: o il decreto o me; o se ne va il salvabancarottieri o me ne vado io. Verrebbe voglia di farlo passare, quel decreto lì. Berlusconi pure, dice che lui non ne sapeva niente. Mi sembra come quando da ragazzi andavamo alla Standa, che allora aveva anche il reparto alimentari, e mentre ‘sta massaia qua era girata dall’altra parte, uno di noi le infilava qualcosa dentro il carrello. Per cui la povera donnetta arrivava alla cassa e si ritrovava una marmellata o un dentifricio che lei non aveva mai preso. E magari si chiedeva come ci fosse finito, dentro al suo carrello.
E comunque mi pare che in questo periodo si parla tanto, forse troppo di etica. Nella finanza, nelle banche, nell’economia. Come se queste cose fossero davvero compatibili con l’etica. Si parla addirittura di etica nel governo. Sì, proprio il governo, quello italiano. E lo so, già vi sento ridere. Berlusconi che parla di etica; magari con Tremonti, Brunetta e, che ne so, Fitto o la Carfagna. È come se un gruppo di ayatollah si facesse i giri di rum e pera. O di tequila bum bum.

Palermo: Ancora Palermo, sì. Repubblica sta scoperchiando un merdaio nella politica siciliana, che di suo non aveva mai brillato per pulizia. Chi può, ossia assessori e consiglieri regionali, “imposta” qualcuno della sua famiglia, o qualche amico, alla Regione o in enti di vario genere. Il recordman in questo campo è un certo Scoma, assessore indovinate un po’ a che cosa? Alla famiglia. Anzi, alla famigghia. Questo con buona pace della campagna di moralizzazione sbandierata da Raffaele Lombardo. Anche in Sicilia è la stessa cosa che nel resto del Paese: la moralizzazione viene portata avanti dai peggiori zozzoni della politica e riguarda solo i cittadini. Schifio.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

...e, soprattutto, Cagnotti...

Alberto Todaro ha detto...

E soprattutto.

Coq Baroque ha detto...

per fare incazzare il Giulietto ce ne vuole!

Alberto Todaro ha detto...

E intanto ci sono riusciti.

Anonimo ha detto...

Sempre che sia vero che il Giulietto non ne sapesse nulla, ragazzi...