sabato, febbraio 21, 2009

PLAZA DE MAYO


Plaza de Mayo è la piazza principale di Buenos Aires. Sono stato in Argentina la scorsa estate, in viaggio di nozze. Ovviamente con mia moglie. Ci è molto piaciuta Buenos Aires, soprattutto a me. Plaza de Mayo è il punto di partenza e di arrivo di ogni forma di protesta. Mentre eravamo lì abbiamo visto diverse manifestazioni arrivare in Plaza de Mayo, dove si trova la Casa Rosada (foto), sede della Presidenza della Repubblica argentina. Molti la ricorderanno per aver visto “Evita”, il film con Madonna e Banderas. Attualmente vi soggiorna Cristina Fernandez Kirchner, la Presidenta. In piazza vi sono sempre senzatetto che chiedono una casa, veterani della guerra delle Falkland, o Malvinas (guai a dire Falkland a un argentino), che chiedono un qualche riconoscimento, e varia altra umanità. La piazza è presidiata h 24 da forze dell’ordine e vi è addirittura un’alta transenna perenne.
Ogni giovedì pomeriggio, alle 15,30, in Plaza de Mayo ha luogo una singolare forma di protesta nonviolenta. Le Madres de Plaza de Mayo si ritrovano lì per ricordare i loro figli, scomparsi – desaparecidos – durante la dittatura fascista del generale Videla e altri ingloriosi farabutti del suo rango. 30.000 furono i giovani dissidenti presi, condotti in campi di concentramento, torturati e fatti fuori col metodo dei vuelos: gettati in mare vivi e sotto l'effetto di droghe, da aerei militari. Le madres, ora abuelas, nonne, arrivano col pullmino dell’associazione, o con mezzi propri, scendono e cominciano a girare in silenzio attorno all’obelisco della piazza, portando un simbolico fazzoletto bianco in testa e al collo le foto dei loro figli scomparsi. Sanno bene che i loro figli non torneranno più ma non vogliono perdere l’occasione di chiedere che qualcuno dica loro la verità su quelle morti. Da trent’anni in circolo attorno alla piazza; giri sempre più lenti, data l’età, e con sempre meno madres, che vanno morendo senza sapere il perché della morte della propria figlia ventenne. Seguimos luchando adentro del drama, mi ha detto una di loro. Il dramma di un figlio che trent’anni fa uscì di casa e non vi fece più ritorno. Il dramma di non aver mai saputo nulla di quella scomparsa perché nessuno ha detto loro mai nulla.
Ecco, è questo il contesto della barzelletta di Silvio Berlusconi sui desaparecidos. Peccato che le madres non l’abbiano sentita!

P.S. Vi invito ad ascoltare “Vino del mar” (Venne dal mare), una canzone degli Inti Illimani dedicata a Marta Ugarte, vittima – stavolta cilena – della dittatura fascista di Pinochet. La ragazza fu “fatta volare” in mare ma le onde la riconsegnarono. Morta, naturalmente.
http://www.youtube.com/watch?v=2yyMv-II088.
Per tutti i morti delle dittature di ogni colore.

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