domenica, marzo 07, 2010

LA BELLA ITALIA DI INTESA SANPAOLO


Quando guardo le pubblicità delle banche mi chiedo sempre come facciano a campare. Per le offerte che ti fanno, per i tassi praticamente da miseria, per i mutui vantaggiosi (per te, naturalmente!). E poi c’è l’uomo che fa i cerchi sulla sabbia, quello con la zucca arancione, che banca!, la mia banca è differente, accendi un mutuo e lo estingui quando vuoi, c’è l’home banking, insomma, se hai un problema non c’è banca che non lo possa risolvere. Meno male, va’.
Ho guardato con attenzione e interesse i nuovi spot pubblicitari di Intesa Sanpaolo, uno dei gruppi bancari leader in Italia. Stavolta fanno sul serio. Hanno scomodato volti noti e importanti registi del cinema per confezionare tre piccoli film, dove solo in controluce appare che il committente è proprio una banca. Tre filmetti che fanno leva su buoni sentimenti, sul senso del lavoro, del sacrificio, dell’amicizia e – in tempi di patriottismo di quarta – anche sull’amore per il proprio Paese.
Il primo di questi videuzzi si intitola “Impresario” e narra del padrone di un’azienda in crisi che convoca i suoi quadri dirigenti (dubito che caghi fin a tal segno anche gli operai) per annunziare loro: bambole non c’è una lira. Si sbaracca, in sostanza, a meno che non ci mettiamo tutti il cuore, non ci crediamo fino in fondo e melassa di questo tenore. Effettivamente, alla fine, si scopre l’inghippo. Il figlioletto del capo ha un’amichetta, il cui babbo lavora proprio lì e che sarà costretta ad andar via in caso di licenziamento del genitore. Vien voglia di far scrivere tante belle letterine a Marchionne, non si sa mai. È diretto da Paolo Virzì – di cui ho amato Ferie d’agosto – e ha la voce di Silvio Orlando in sottofondo.
Il secondo filmetto, “Asilo”, narra di Giulia e Sara, due giovani donne che decidono di riportare in vita la vecchia scuola materna dove sbocciò la loro diciamolopure trentennale amicizia. Una delle due, in verità, è alquanto riluttante, ha già un lavoro e di ‘sti tempi… Ma alla fine, il sogno si avvera. La recalcitrante, su illuminato consiglio dell’amica, molla il lavoro e la cosa si fa. Il, anzi la, regista è Francesca Archibugi mentre la voce narrante è di Antonio Albanese.
E passiamo al terzo. “Ricercatore” è la storia di un “cervello fuggitivo” italiano, che lavora in un istituto di ricerca negli USA, fa delle belle scoperte scientifiche, ha un ottimo contratto, parla molto bene l’inglese e ha anche una fidanzata locale. Ma il nostro uomo è malinconico, boiadungiudacane, pensa in continuazione al suo Paese e vuole ritornare. Perciò – con disdoro della fidanzata yankee – lascia gli States e torna in Italia dove, con un sorriso a 32 denti, andrà con un contratto di € 900 al mese. Il suo cervello deve essere fuggito veramente. Una figata colossale firmata da Silvio Soldini e bravamente commentata da Margherita Buy. Tutta la campagna pubblicitaria è dell’agenzia Saffirio-Tortelli-Vigoriti.
Ma insomma, Todaro, cos’è quest’ironia di fondo che pervade questo pezzo? Sono belli o no, gli spot di Intesa? Ma scherziamo? Certo che sono belli, eccome. L’elemento comune di tutti e tre i filmetti è che dietro di te, qualunque cosa tu decida di fare, a mo’ di ombra protettiva ci sta sempre la banca Intesa Sanpaolo. E come dubitarne? Essa, anzi ella, come una mamma ti accompagna, segue i tuoi sogni, coccola le tue aspirazioni, fortifica la tua voglia di lavorare e premia i tuoi sacrifici. La banca, capito?, il vecchio San Paolo di Torino. Nei nuovi filmetti, dicevo in apertura, si fa leva su buoni sentimenti italiani, quali l’amicizia, l’amore per il proprio paese, la voglia di non mollare, di credere nei sogni e nel nuovo miracolo italiano. Mancava solo un video sulla mamma e le sue lasagne ed eravamo a posto.
Dice, perché ce l’hai con Intesa Sanpaolo? Perché era la mia banca, e mi ci sono trovato abbastanza bene, ma poi ho scoperto una cosa di loro e li ho lasciati. Oddio, una volta un impiegato ha cercato di farmi avere un prestito che non avevo chiesto ma tolto questo, poi mi sembravano abbastanza seri – per quanto seria possa essere una banca. Ho scoperto una cosa, dicevo, anche abbastanza nota, per chi queste cose le vuol notare. Intesa Sanpaolo è una delle cosiddette “banche armate”. Sono ai primi posti nel finanziamento all’export di armi. Mitra, fucili, mine antiuomo e schifezze di questo genere. Per cui, mentre il ricercatore mammone fa il viaggio di ritorno a Napule, casse di kalashnikov fanno quello di andata in Costa d’Avorio; mentre danno una mano all’imprenditore di Pisa, la mano la mozzano a un pigmeo del Congo; riaprono asili a Ferrara dove i bambini soldato della Sierra Leone non giocheranno mai.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

la bella italia ha anche un lieto fine
trovato qui

Anonimo ha detto...

Come non trovarmi daccordo!!!!!!la cosa + riluttante che in tutto questo la banca x permetterti di realizzare il tuo sogno ti chiede l'anima peggio che a scendere a patti con il diavolo!!!!!!!!
quante buone idee puoi avere, aspirazioni, brevetti, fabbriche, voglia di lavorareeeee!!!!!! ma non ti danno un solo euro.
Magari se gli dici vado a fare il mercenario li te ne danno quanti ne vuoi.
Il patriottismo? l'amore per la patria?
quanti ne conoscono il vero significato?
Io sinceramente comincio a dire a bassa voce sono italiano.

Anonimo ha detto...

Ciao!
..Io otto giorni fa essendomi irritato tanto quanto te per lo spot sul ricercatore ho aperto un gruppo su facebook “contro lo spot sul ricercatore di Intesa San Paolo”, ho invitato 30-40 amici e oggi siamo 1540 membri….incredibile dal mio punto di vista, ma un po´ meno incredibile considerando quanti blog come il tuo riportano risposte adirate sul tema. Ho scritto alla banca e oggi mi ha risposto, dicendomi che secondo loro Claudio torna per aprire una ditta a Napoli!!!! O MIO DIO! Venite sul gruppo e date uno sguardo alla mia risposta alla banca, a presto, Gabriele

Anonimo ha detto...

...partecipano ad un fondo comune insieme ad altre banche ed hanno rinnovato un prestito alla societa americana lockheed per 1,4 miliardi di cui 52 milioni la Banca Intesa.Interessante come dieci giorni prima avessero emanato un comunicato dove dicevano di non voler piu finanziare societa o persone legate alla produzione di armi....fanno schifo