È morto Giuseppe Gatì e io sto morendo di tristezza. Gius

L’altro ieri Giuseppe Gatì, improvvisamente e tragicamente se n’è andato. Ha toccato un filo elettrico scoperto ed è stato sbalzato di alcuni metri. È morto sul colpo. Un’altra morte sul lavoro che ci lascia basiti. Non voglio – anche perché non posso – collegare la morte di Giuseppe all’episodio della contestazione a Sgarbi, benché in quella sede il ragazzo fosse stato minacciato da qualche araldo del leccaculismo militante. Però, ovviamente, le due cose – immagino – sono scollegate tra di loro. Anche perché se così non fosse, saremmo davvero in pericolo.
Se n’è andato un bravo ragazzo, uno che difendeva la sua terra dagli assalti dei prepotenti. Tanti giovani scappano dalla Sicilia, a decine, a centinaia, a migliaia – lui purtroppo per sempre. Un altro figlio di questa terra, se n’è andato. Come gli altri che fuggono lontano dalla mancanza di lavoro e dal malaffare; dalla mafia e dalla mafiosità; lontano da “non ti preoccupare”, da “questa è cosa mia” e da “qui c’è il sole e il mare”; lontano dalla politica vicina ai malandrini di Cosa Nostra e al Cuore Immacolato di Maria.
E siamo sempre più soli.
Ciao, Giuseppe.
(*) http://oltregirgenti.blogspot.com/2009/01/uno-sgarbo-sgarbi.html
(§) http://www.lamiaterraladifendo.it
2 commenti:
Incredibile.
Incredibile.
Viva il giudice Caselli, viva il pool antimafia!
Ciao mio compaesano...
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