domenica, gennaio 18, 2009

KAKA’, FACCI SOGNARE


E mentre in Israele la guerra continua a fare morti e feriti, anche tra i bambini (ma tutti rigorosamente di Hamas), uno sceicco arabo, un certo Mansour – proprietario del Manchester City, parente povero dell’omonimo United – propone a Ricardo Izecson dos Santos Leite, detto Kakà, calciatore del Milan, un contratto multimilionario. Si parla di 120 milioni di euro da versare alla società e 15 milioni netti a stagione da devolvere alla saccoccia del giocatore. Il Milan, come il suo proprietario, del resto, non è particolarmente attratto dalle sirene del denaro, no? E invece sì. Infatti, pur facendo delle facce da circostanza finto dispiaciute, si sta preparando a lasciar andare in Inghilterra il brasiliano e a ricevere questa vagonata di soldi con la quale far respirare le casse della società, che a detta degli informati, non stiano messe benissimo. Male che vada il progetto non va in porto e il Milan continua a essere indebitato, il presidente Berlusconi potrà sempre farsi fare una bella leggina apposita “salva Milan”. Il lodo Galliani, che ne so. Si potrebbe dire che le squadre di calcio di proprietà delle quattro più alte cariche dello Stato riceveranno un tot annuo, bello grosso, dalle casse dell’erario. Sì, sì, il lodo Galliani. Non farebbe certamente più schifo del lodo Alfano, no?
Nel frattempo i tifosi, incavolatissimi, chiedono a gran voce che il giocatore rimanga al Milan, perché dicono che le bandiere non si vendono e Kakà sarebbe una bandiera. Hanno inscenato delle manifestazioni sotto la sede della società rossonera per convincere i dirigenti a resistere alle lusinghe del vile denaro e tenersi Ricardo. Domani ci sarà la manifestazione che Kakà, la sua famiglia, il suo procuratore e i dirigenti del Milan faranno sotto casa dei tifosi invitandoli a farsi i cazzi loro.
Per finire, è perfettamente inutile che si faccia del buonismo sul fatto che mentre a uno si danno un pozzo di soldi per dare pedate a un pallone, in ogni parte del mondo c’è gente che muore di fame. È inutile dire che, secondo The Sun, la somma che lo sceicco vuol sganciare equivale al prodotto interno lordo del Gambia. Perché… Appunto, è inutile.
Perciò Kakà, il calciatore sul quale si sono fatte più battute pecorecce (“Ho bisogno di... Kakà”, “Non posso vivere senza... Kakà” e altre amenità del genere), dalla prossima settimana con ogni probabilità non apparterrà solo a Gesù, come egli stesso dichiara, ma anche allo sceicco Mansour. Con buona pace di Gesù e delle sue strane idee sulla giustizia e l’uguaglianza.

1 commento:

Anonimo ha detto...

A proposito delle proteste dei tifosi, mi è venuta in mente la scena finale di un film mitico, che tu di sicuro avrai presente, e da cui i suddetti tifosi potrebbero mutuare uno slogan altrettanto mitico. A San Siro risuonerebbe imperioso un "Kakà nun ce lassa'!!".