L’altra sera, a Girgenti, è venuto Vittorio Sgarbi. Solo per questa frase iniziale, il pezzo andrebbe sotto l’etichetta Chissenefrega. Ma c’è dell’altro, ovviamente. Sgarbi è stato contestato. È questa è la vera novità, dirompente nel panorama narcotizzato della società agrigentina. Premetto che io non ero presente all’evento, avevo senz’altro cose più importanti da fare (cfr. Guccini, L’avvelenata, 1976: “godo molto di più nell’ubriacarmi...”), per cui ne parlo soltanto per una conoscenza attinta da articoli di giornale online e dal video che ormai spopola, persino su Repubblica.
Ma molti agrigentini c’erano, alla messa cantata della volgarità, celebrata da Vittorio Sgarbi. C’è pure da dire che il libro presentato dal critico d’arte era fondamentale per la formazione culturale, politica e soprattutto umana di ogni agrigentino: “Clausura a Milano e non solo. Da suor Letizia a Salemi”. Vattelo a perdere cotale evento!
Nell’affollatissima sala della biblioteca Franco La Rocca, si aspetta l’illustre ospite – dicono – per due ore. Strana questa cafonata per una persona co

Bene, ho letto gli articoli, ho visto più volte il video, ho letto la lettera che il ragazzo ha inviato a Qui Milano libera, ho persino visitato il sito di Giuseppe e sono arrivato a una conclusione: io sto con Giuseppe Gatì. E voglio fare mie le parole di Beppe Grillo: “Nessuno tocchi il ragazzo. È un piccolo eroe, un fiore raro”. Purtroppo il ragazzo è stato toccato, e proprio quella sera alla biblioteca. Ma credo che questo non scalfisca di un millimetro la soddisfazione per aver gridato la verità. Mentre tutti erano intenti ad ammirare i bellissimi abiti del re, lui ha semplicemente detto che il re – mannaggia – era nudo.
Io sto con Giuseppe Gatì, ne ammiro il coraggio e l’idealismo. E, sia chiaro, lo invidio.
2 commenti:
Lo invidio anch'io.Un gesto di questa portata a mio parere richiede un coraggio non indifferente.
Spero che Giuseppe non si ferma e che piuttosto nascano nuove ribellioni usando sempre e comunque la forza delle parole e perchè no delle urla!
L'atteggiamento attonito del pubblico presente e lo stupore muto delle istituzioni che facevano da tappezzeria allo smargiasso sono a testimoniare che, purtroppo, si tratta di gesti ancora troppo isolati. Teniamo inoltre presenti che massimi rappresentanti della Città e della Provincia sono stati 2 ore, in nome e per conto dei cittadini, ad attendere un quilibet che faceva i propri comodi per le strade (dissestate) della provincia.
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