sabato, dicembre 06, 2008

‘A BIRGITANA



A Favara, il paese della provincia di Girgenti che frequento quotidianamente per lavoro, una volta ho sentito una persona che rivolta a un’altra, ha detto: “Tu fa comu i birgitani, ca prima si maritanu e pò si fannu ziti” (Tu fai come gli emigrati in Belgio, che prima si sposano e dopo si fidanzano). Non so se realmente è questa l’usanza degli emigrati in Belgio – penso di no – ma la cosa mi fece ridere parecchio e la ricordo sempre. E oggi è un po’ questo il senso della splendida iniziativa della ministra dell’Istruzione Maria Stella Gelmini (nella foto, mentre fa coppetta con la mano per sentirsi l'alito). Questa campionessa di democrazia ha inaugurato un canale su YouTube – proprio quello che il suo padrone vuole smantellare – in cui spiega a studenti, insegnanti, genitori e cazzeggiatori vari del mondo della scuola, il senso dei suoi provvedimenti. Provvedimenti già presi, però, in barba al dialogo e a tutto il resto.
“Ho deciso di aprire un canale su YouTube perché intendo confrontarmi con voi sulla scuola e sull'università”, ha detto la stellina del governo italiano. Apprezzo il gesto (non è vero, non lo apprezzo affatto) ma non lo potevi fare prima? Non potevi chiederlo prima cosa ne pensavamo, prima di devastare quel poco che di decente era rimasto nella scuola italiana? Prima di far passare la legge, intendo dire. Perché non lo chiedevi a studenti e insegnanti cosa volevano che facessi per la scuola che cade a pezzi, e non solo metaforicamente. Ma prima glielo dovevi chiedere, prima di fare quello che hai fatto; prima si chiede il dialogo, non a cose fatte, Stellina, prima.
Un po’ come state facendo col Vaticano: avevate previsto dei tagli alle scuole paritarie, i vescovi hanno alzato un angolino del sopracciglio sinistro e – voilà – il provvedimento viene mandato in soffitta e i soldi per finanziare le scuole dei parrini sono stati trovati. Per le scuole pubbliche, invece, che non hanno mezzi e strumenti, che sono ospitate in edifici di civile abitazione, senza luce né acqua, senza laboratori né palestre, per quelle non c’erano soldi. Per le scuole che cadono in testa ai ragazzi uccidendoli, non ce n’erano soldi, eh? Non mi riferisco al caso di Rivoli, perché quella è stata una fatalità (l’ha detto Berlusconi, mica si scherza); mi riferisco certamente al caso dell’”una scuola su due non in regola”, come dichiarato da Guido Bertolaso, il potente patron della Protezione Civile italiana. Anche quella statistica è una fatalità?
“Una cosa però non farò mai, – dice, non paga di cazzate, la ministra – quella di difendere lo status quo o di arrendermi ai privilegi o agli sprechi”. I privilegi. In questo paese i privilegiati sono gli insegnanti, vero, Maria Stè?. Parla lei, di privilegi, lei che appartiene alla Casta, lei che guadagna non si sa quanto e non ha praticamente alcuna spesa. Lei che ha auto blu e scorta. I privilegiati sono gli insegnanti italiani, quindi, che non arrivano a 1500 euro e guadagnano molto, ma molto, meno dei loro colleghi di tutta Europa, fatti salvi Portogallo e Turchia.
Basta discussioni, godiamoci l’apertura democratica di Maria Stella, che da YouTube ci ammannisce il verbo del dialogo.
Una cosa sola farei con te, cara Maria Stella. Ti chiuderei a chiave per due ore in una terza media dello ZEN di Palermo o di Scampia o di Quarto Oggiaro, porca puttana; ti sprangherei dentro e tornerei a riprenderti dopo due ore. Per vedere cos’è rimasto di te. Beh, se però vuoi sapere qualcosa di quelle scuole, chiedilo a quelle privilegiate delle insegnanti che ci vanno ogni giorno. Fattelo dire su YouTube.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Perchè non glielo dici direttamente su youtube??

Alberto Todaro ha detto...

Certo, non vede l'ora di sapere cosa ne penso. Blll...

Anonimo ha detto...

Beh... però non saresti l'unico. Gutta cavat lapidem...