venerdì, settembre 26, 2008

LETTERA APERTA AI MISSIONARI

Pubblico qui, e inauguro così la rubrica “Parrinazzi”, una lettera di p. Fausto Marinetti, un prete solidamente ancorato alla realtà di ogni giorno, quella fatta più di lacrime, sudore e sangue che non di lustrini e paillettes. I parrinazzi questo sono: preti che seguono il vangelo di Cristo più che quello di papi e vescovi; si sporcano le mani per la strada rifuggendo le calde atmosfere delle sagrestie; preferiscono il campo nomadi alla curia. Il primo parrinazzo è padre Fausto Marinetti, appunto. L'incontro con don Zeno Saltini (fondatore della Comunità di Nomadelfia) gli cambia la vita. Imbevuto del suo amore per i popoli-fratelli s'immerge nelle stigmate del nordest brasiliano. Denuncia le cause dell'ingiustizia strutturale con libri-testimonianza (L'olocausto degli empobrecidos, Lettere dalla periferia della storia). Rientra in Italia nel 2000 e si dedica all'approfondimento e diffusione della "profezia" del terzo mondo. Su questo blog lo vedrete altre volte; ad esempio posterò una sua lettera intitolata “Caro Dio” (già dal titolo…) e la sua Lettera al papa dal Brasile. Come posterò anche altri pezzi di altri parrinazzi, gente molto seria e impegnata e che per questo nella Chiesa conta molto. Quanto il due di coppe, esattamente.
***
Cari amici,
a chi altri, se non a voi, testimoni della "vita abbondante", confideremo il tormento dell'anima?
Il Mediterraneo sta diventando la tomba di tanti fratelli, i quali, pur di non lasciarsi mangiare dalla denutrizione, affrontano la morte in mare. Più di 20mila l'anno intraprendono il "viaggio della speranza", con un pedaggio annuale di mille vittime. Morte o "uccise" dall'ignavia generale?
Si parla di "ecatombe di disperati", di "derubati della speranza" da parte dell'economia globale. I pescatori sono stanchi di pescare "uomini tonno", "donne tonno". E perfino "bambini tonno". Nel "mare nostrum", l'acquasantiera della civiltà cristiana? O fossa comune, nella quale abbiamo seppellito giustizia e solidarietà umane, prima che cristiane?
Ma dove sono i padri universali, i prelati, seguaci di colui che è venuto perché tutti siano salvi dalla fame, dalla schiavitù del bisogno? Troppo intenti a celebrare le glorie cattoliche a Rimini? A quando un "meeting" per i popoli alla deriva, per i clandestini di tutte le latitudini?
Quale "amicizia dei popoli" celebrate? Vi preme il "popolo delle (cosiddette) libertà", perché vi elargisce sovvenzioni (scuole, oratori, cappellani, cooperative cielline), favori, mantenendovi alla sua greppia?
[Ah, Formigoni, Formigoni... attenzione a sbandierare modelli lombardi di sanità con la clinica dei dottor-Mengele! Ah, "Compagnia delle opere" con i prodigi alla Why-not...! Perché il vostro arcivescovo di Mosca non riferisce i risvolti dell'ecumenismo ciellino, che provoca l'ira degli ortodossi per proselitismo sleale, perché "avanza" a suon di dollari? E le conversioni del riso in India, le scuole cattoliche per le classi abbienti (altro che per i poveri), che innescano l'ira degli indù? Martiri? Quanti indios abbiamo martirizzato in nome di Cristo in America Latina e dintorni?]
E' lecito rispondere alle emergenze globali, con 12 carcerati modello? Basta la testimonianza di una sieropositiva per rispondere ai 40 milioni di aidetici destinati a morte sicura?
Interrogativi, che non sono un lusso cattolico, ma un tormento umano: si può assistere indifferenti, ignavi all'uccisione dei fratelli in umanità senza un sussulto di coscienza? Attribuiremo tutto, come sempre, al destino, alla sfortuna, alle avverse condizioni socio-economico-politiche-metereologiche?Al rimpallo delle responsabilità da una costa mediterranea all'altra? Ai facili alibi, all'impotenza generale, all'illegalità, allo stato di diritto? I Biffi ed i Maggiolini continueranno a dare man forte ai crociati padani, gridando all'invasione mussulmana? Alla minaccia ai valori cristiani? Ma il diritto alla vita non è né mussulmano né cristiano, vero?
Non insegnate nelle università e seminari che in "estrema necessità, tutto diventa comune"? La morale cattolica non legittima il "furto" quando ad uno è stato sottratto il minimo vitale, che gli spetta per diritto? Se vale per l'individuo, non deve valere, a maggior ragione, per un popolo? Non è loro diritto attraversare qualunque mare, affrontare qualsiasi tempesta di egoismi collettivi, di accumulo di capitali?
Ogni coscienza di cittadino del mondo (prima che di una chiesuola) deve sentirsi in dolo. Come pesano quei mille "tonnati" all'anno! Come scaricarli, come giustificarsi?
Accoglienza, diritto d'asilo, protezione umanitaria? Basta girovagare su You tube per vedere le tragedie che si consumano nei vari CPT disseminati nei paesi mediterranei! Centri di detenzione, prigioni? Per delitto di clandestinità. Ma non apparteniamo tutti alla stessa patria dell'umanità?
Non si può minimizzare, certo. Ma si può illudersi di affrontare tale emergenza con la solita politica dei cerotti, del buonismo caritativo?
Acque territoriali? Codici di navigazione? Competenze portuali? E' evidente che il diritto delle nazioni è insufficiente per produrre soluzioni globali. L'invasione dei clandestini non può essere gestita con le normative dei razzismi patriottici...
Nuovi scenari, nuove emergenze.
Il popolo dei clandestini è forse una nuova "nazione", che reclama il diritto minimo alla vita, al lavoro, alla salute? "Se non c'è da vivere in Africa o in Asia, non abbiamo forse il diritto di andarcelo a conquistare dove è possibile? Voi, popoli colonizzatori, non avete fondato l'ideologia della conquista sul diritto naturale di "un posto al sole"? Con la benedizione del papato, con le indulgenze, con i missionari al seguito?".
"Ma noi non possiamo ricevere tutti quanti! Se la zattera del benessere non può alloggiare più di 800 milioni di fortunati che cosa possiamo fare?".
Lo sanno anche i sassi che si spendono 17 miliardi di euro per mantenere cane e gatti primo-mondiali, mentre ne bastano 13 per sfamare i popoli denutriti. Che ciò che spreca un americano è sufficiente per mantenere 5 famiglie africane.
E se quanto si spende per "difendersi" dagli straccioni, per sussidiare l'agricoltura dei popoli arricchiti, per mantenere uno standard di vita criminale, per produrre armi e beni superflui, ecc. fosse investito nei loro paesi d'origine? E se andassimo oltre alla cultura dell'assistenza e cominciassimo a coniugare OPERE DI GIUSTIZIA GLOBALE?
Suvvia! Che aspetta la cristianità a devolvere parte dei suoi beni, delle sue case affittate, dei suoi conventi vuoti come segno/sacramento di giustizia? Quale responsabilità storica non farlo?
Quelle migliaia di vittime della nostra ignavia non sono più là, sotto il mare nostrum, sono qui, ci circolano nell'anima. Come sale, fermento, fuoco per accendere passioni di nuova umanità.

Fausto Marinetti

Nessun commento: