martedì, settembre 30, 2008

CINE GARDEN (IN MEMORIAM)

A quei tempi, da bambini, cioè, avevamo un amico della nostra età, ragazzo simpatico, da noi molto invidiato per un solo semplicissimo motivo: era il figlio della maschera del cinema, il Cine Garden. Luogo che a Girgenti ha dato il nome a tutta la zona nella quale si trovava (‘a strata d’o Garden, ‘a scinnuta d’o Garden, ‘a scola d’o Garden, etc…), zona che tuttora viene chiamata con questo stesso nome. Per cui il nostro amico aveva accesso illimitato al magico mondo del grande schermo, poteva entrare e uscire a gratis. Certo se ci pensi ora a distanza di uno schifio di anni la cosa fa ridere, fare la maschera al cinema non è esattamente uno di quei lavori al top dei sogni dell’italiano medio, e lo dico io che sono il più medio tra gli italiani. Però a quei tempi e per la nostra mentalità di bambini ad avere la possibilità di entrare perpetuamente gratis al Cine Garden c’era di che rodersi tranquillamente il fegato. E parte del pancreas.
Soprattutto se si tiene conto della programmazione del Garden, il cui piatto forte erano i film di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, famosi anche, ma non slo, per le parodie di celebri film come “Indovina chi viene a merenda”, “Paolo il freddo”, “Il bello, il brutto e il cretino”. Noi andavamo al Garden, io e i miei fratelli, a vedere Franco e Ciccio e tra il primo e il secondo tempo ci compravamo i bastoncini salati o l’ascaretto. Eravamo ghiotti di Franco e Ciccio, diciamo in particolare di Franco, ed ogni film era atteso come un evento imperdibile.
Al Garden davano anche i celebri filmoni americani. Ricordo che mio padre mi portò a vedere “Quo vadis?” e “Ben Hur”, di cui ovviamente ricordo bene la scena della corsa delle bighe, che quando si accostavano tra di loro i mozzi delle ruote facevano scintille; e “Il pianeta delle scimmie”, al finale del quale piansi piano piano di commozione sperando che mio padre non se n’accorgesse. Mio padre ovviamente se ne accorse. Oppure ancora facevano i film di Maciste, Ursus, Spartacus, Ercole, i forzuti dello schermo, gente che piegava le sbarre delle prigioni, abbatteva templi a spallate, rapiva belle donne ma a fin di bene.
Al Garden davano anche spaghetti-western, roba comica, tipo “Lo chiamavano Trinità”, “Continuavano a chiamarlo Trinità”, “Arrivano Joe e Margherito”; o western veri e propri, tipo “Dio perdona… io no!” o “Hai chiuso ragazzo, c’è Sabata” (che un tipo invece disse che davano “Hai chiuso ragazzo, è sabato”) e varia altra roba. Poi fecero anche la saga intera dei 5 matti – credo fossero francesi – “5 matti allo stadio” o “5 matti vanno in guerra”, ecc… E il sergente Rompiglioni e il colonnello Buttiglione chi se li ricorda?
Questo fino ai primi anni settanta, dopodiché il Garden cominciò a dare tutta la filmografia di Buddispenzer e Terenzill – riporto la pronunzia esatta – tipo “Altrimenti ci arrabbiamo” (quello con la dune buggy e la scena del coro) o “Anche gli angeli mangiano fagioli”. I polizieschi di serie B con Maurizio Merli e Luc Merenda, fai conto “Milano violenta”, “Roma a mano armata”, “Napoli si ribella”, ecc… Oltre, naturalmente ai film di kung-fu, che ci facevano uscire dal cinema che sembravamo tanti Brusilì (sempre con la pronunzia originale): “Dalla Cina con furore”, “L’urlo di Chen terrorizza anche l’Occidente”. Poi il Garden scivolò lentamente nel genere del filmetto scollacciato che ebbe in Alvaro Vitali il suo mentore, in Edwige Fenech la sua musa e nel buco della serratura il suo osservatorio privilegiato: “La professoressa di lingue”, “La dottoressa del distretto militare”, “L’insegnante balla con tutta la classe”, eccetera eccetera eccetera.
Infine il Cine Garden, il glorioso Garden, virò decisamente verso il porno, i firmi di pilu, entrando nell’immaginario collettivo agrigentino come unica meta dei cultori – e sì che ce n’erano – del genere a luci rosse. Splendide le scene di rispettabili professionisti agrigentini che uscivano la sera dal Garden con fare circospetto o disinvolto.
E infatti sentite questa. Un pomeriggio di questi, fine anni ’70, io e altri tre o quattro compagnetti di scuola del liceo andammo al Garden a vedere un firmi di pilu, di cui adesso, e me ne dolgo, non ricordo il titolo e dentro il cinema, accese le luci, vedemmo un altro nostro compagno. Era uno che a scuola era piuttosto bravo anzi era bravo forte e godeva di un elevato credito presso la professoressa d’italiano. Ovviamente dentro al cinema lo chiamammo a gran voce. L’indomani questo compagno, maledetto, sbolognò la cosa alla professoressa in termini di: “ieri sono andato al Garden a vedere un film pornografico, affinché mi serva come esperienza di vita perché nella vita bisogna fare anche di queste esperienze per capire dove può arrivare la perversione dell’uomo, etc…”. Mi venisse un colpo se non le disse tutte ‘ste minghiate. La professoressa lo stava ad ascoltare in mistica ebbrezza, in rapimento estatico tipo Bernadette o i tre pastorelli in Cova d’Iria, e si riprese solo quando la carogna le spifferò che alla fine del primo tempo, quando avevano acceso le luci, aveva incontrato me e gli altri, che detto tra di noi, di credito presso la professoressa d’italiano ne godevamo un po’ pochino. Al che lei ci guardò come si guardano dei debosciati e comunque a noi la faccia era già caduta a terra da un pezzo.
Il Cine Garden, a metà degli anni novanta del ‘900, dopo un velleitario tentativo di ripresa con una programmazione normale, chiuse definitivamente i battenti, dopo decenni di onorata carriera, accompagnato da un commosso, silenzioso applauso e dalla riconoscenza sempiterna degli agrigentini.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Chista do' cinema Garden è eccezionale. Roba di quannu u cinema ad Agrigento si chiamava ancora "cimina".

Jack

Anonimo ha detto...

Chista do' cinema Garden è eccezionale! Roba di quannu u cinema, ad Agrigento, si chiamava ancora "cimina".

Jack

Alberto Todaro ha detto...

Grazie, Jack. Mi fa piacere che ti sia piaciuto.
T'u mangiavatu l'ascarettu?

Unknown ha detto...

Alla nostra età gli amarcord sono struggenti. Mi permetto di ricordare alla tua memoria:
"Ku Fu, dalla Sicilia con furore" con Franco e Ciccio, naturalmente e "Cipolla colt" con Terence Hill (senza Bud Spencer)

Alberto Todaro ha detto...

Come ho fatto a dimenticare Ku fu? L'altro però non lo ricordo.