sabato, novembre 01, 2008

FISICHELLA (non quello della Formula 1)



La riforma (riforma?) Gelmini sulla distruzione della scuola pubblica raccoglie consensi unanimi. Dappertutto in Italia la gente si ritrova in strada a manifestare contro questi provvedimenti che metteranno graziosamente in strada diverse decine di migliaia di operatori della scuola. Berlusconi dice che è la sinistra che fomenta la rivolta facendo disinformazione. E del resto, come dargli torto, la televisione è tutta in mano alla sinistra! Ma loro non si fanno intimidire e vanno avanti. Forti del consenso popolare delle scorse elezioni, per il quale pensano ormai di avere il diritto di calpestare diritti fondamentali acquisiti da decenni, e fottendosene del malcontento popolare, loro tirano dritto. Aggressione alla scuola pubblica, dunque, e tagli indiscriminati, senza un ritorno in termini di miglioramento del servizio per la scuola. E difatti, leggendo il DdL 1108 passato al Senato giovedì scorso, neanche la mente più accorta riuscirebbe a trovare qualcosa che giustifichi il termine “riforma”. C’è solo la reintroduzione di vecchi schemi del passato – tipo i voti in decimali o il voto di condotta –, che si possono anche accettare ma che nella sostanza non cambiano assolutamente nulla. (È saltata pure la reintroduzione del grembiulino, che avevano strombazzato come la figata del millennio.) Per il resto sono solo tagli su tagli. Tutto ciò in ossequio ai diktat di Tremonti e Berlusconi, che, lasciando intatti la spesa e gli sprechi per il funzionamento della politica – e sì che la politica in Italia funziona –, e alla ricerca di mezzi per arginare le falle lasciate da banchieri e manager fraudolenti, cercano fondi tagliando sui servizi pubblici principali: la scuola e la sanità.
È una riforma indifendibile, dunque, che scontenta tutti, soprattutto coloro che nella scuola ci vivono, ci lavorano, ci lottano e ci soffrono quotidianamente (e tra questi non c’è sicuramente la Gelmini). È una riforma che depotenzia e svilisce vieppiù un’istituzione che negli anni ha subito attacchi pesanti dai governi di questo paese, di destra soprattutto ma anche di sinistra. Nei fatti impoverisce la scuola pubblica a vantaggio della privata, soprattutto quella cattolica, per la quale non paiono esserci problemi di tipo economico e continuerà a essere foraggiata con denaro pubblico. Tutti contro la Gelmini, quindi. E invece…
Invece la giovane e incompetente ministra ha un manipolo di ammiratori. Uno fra tutti, Monsignor Rino Fisichella (foto), rettore della Pontificia Università Lateranense, che ha parlato in termini sperticatamente elogiativi della ragazzina, pardon, della ministra, arrivando a definirla “una persona che sa ascoltare”. ”Io sono convinto – ha aggiunto il nostro uomo – che Gelmini sarà in grado di instaurare un vero dialogo con tutti”. Monsignore, non ci siamo capiti. Questi qua hanno fatto questo schifezza proprio perché non hanno ascoltato nessuno, proprio perché non hanno voluto dialogare con nessuno del mondo della scuola. Perché è chiaro che se lo avessero fatto, non avrebbero trovato un cane che avallasse quello schifo che proponevano. “Spinta dal desiderio di guardare al bene di tutti alla luce della Dottrina sociale della Chiesa” – continua la lode alla ministra. E certo, pensare che la buona Gelmini abbia avuto l’idea di buttare per strada 87.000 maestre, oltre a tutti gli altri operatori della scuola – qualcuno arriva a ipotizzare che le perdite di posti di lavoro possano aggirarsi intorno alle 200.000 unità – mentre leggeva la dottrina sociale della Chiesa c’è solo di che sbellicarsi dalle risate.
Monsignore, siamo seri. Anzi, sia serio. Forse la Gelmini e Berlusconi sono disposti ad ascoltare lei, e il Vaticano che lei rappresenta, ma non mi venga a dire che questi squallidi personaggi ascoltano la gente e le istanze più profonde della società. No, Monsignore, forse ascoltano le vostre richieste di ulteriori finanziamenti alle vostre scuole; forse vi ascoltano quando chiedete privilegi per gli insegnanti di Religione (a proposito, nella scuola elementare, insieme a quelli di inglese, sono gli unici maestri a non essere segati); forse su argomenti quali l’ICI o l’8 per mille, li trovati attenti e pronti al dialogo e all’ascolto. Ma non mi venga a dire che questi qua ascoltano il popolo perché direbbe una bugia ridicola e disgustosa, Monsignore. Questi signori hanno invertito i termini dell’impegno politico, che deve essere innanzitutto un servizio di carità agli altri, soprattutto a chi se la passa peggio. Fare una riforma della scuola che guardi al popolo significherebbe farla con lo sguardo rivolto ad esso, nella speranza che lo stato, che (per chi ci crede) è raffigurazione del potere di Dio, possa dare risposte alle esigenze del popolo. Su questo tema l’esigenza è quella di dare a tutti i ragazzi una scuola buona, anzi ottima, perché è questo che il popolo merita. Una scuola di alta qualità e gratuita, quella che si otterrebbe se invece di tagliare fondi pubblici per stornarli da altre parti, li si utilizzassero per la formazione degli insegnanti, per l’edilizia scolastica, per le palestre e i laboratori. Di carità, in questa riforma della buona cattolica Gelmini, io ci vedo ben poco.
Monsignore, da cristiano cattolico, mi pongo sempre due domande:
1. Gesù da che parte starebbe?
2. E voi, da che parte state?

2 commenti:

Anonimo ha detto...

nd' stanno e ragazzine?
ecchee' la' cor grembiulino!

Alberto Todaro ha detto...

Se sei lo Steve che ricordo io, come cazzo stai? Ehi, riusciamo a mettere in rete il video dell'Australia?